MARVEL STORY - Introduzione

La storia della Casa delle Idee, a cura di Davide Basile

  Premessa

Stan Lee, Il Sorridente

Il Sorridente

Parlare della Marvel Comics significa parlare dei sogni di milioni di ragazzi che hanno imparato a conoscere e amare i supereroi più umani del mondo dei comics. Significa ripercorrere una storia lunga diverse generazioni, ognuna con un suo trend, una sua figura di spicco, un suo modo di concepire l’arte e la vita. Significa per me, soprattutto, calarmi nel mondo fantastico a cui mi avvicinai per la prima volta ancor prima di iniziare a leggere e che da allora non mi ha mai più abbandonato.

In questa rubrica ripercorreremo la storia di questa “meravigliosa” casa editrice, che tanta parte ha avuto nell’industria del fumetto americana e mondiale, e che ha introdotto alcuni dei personaggi più amati e acclamati. Dall’Uomo Ragno agli X-Men, dai Fantastici Quattro a Devil e Hulk, la Marvel è entrata di prepotenza nell’immaginario collettivo degli ultimi cinquant’anni. E così ha fatto anche Stan Lee, l’autore (o co-autore) di quasi tutti i supereroi più famosi, lo scrittore più prolifico, poetico e immediatamente riconoscibile dell’intero comicdom mainstream. Nel corso degli anni “il sorridente” è diventato il simbolo della Marvel Comics, oltre che il suo personaggio più simpatico e istrionico. A lui, che creò l’universo più grande di tutti, voglio dedicare questa rubrica.

Ma parlare della Marvel Comics, infine, significa iniziare il racconto ben prima che Stan Lee introducesse i Fantastici Quattro e con loro la versione “moderna” e conosciutissima di questo straordinario affresco. Molto prima di quel novembre 1961, addirittura indietro fino al 1939, anno di nascita della Timely Comics e del suo primo supereroe, Sub-Mariner. La Timely di Martin Goodman, che presto avrebbe avuto anche Stan Lee tra le sue fila, si sarebbe poi trasformata nella Atlas degli anni cinquanta e infine nella Marvel che tutti amiamo. Un sogno lungo settant’anni.

  Il fumetto e il concetto di supereroe

Action Comics #1

Il primo numero di Action Comics

Il fumetto, forse la forma di intrattenimento e (col tempo) di arte più immediata e disponibile dell’ultimo secolo, nacque nel 1896 negli Stati Uniti. The Yellow Kid fu il primo di una lunga serie di strisce quotidiane pubblicate sui giornali più importanti. Fu solo negli anni trenta, tuttavia, che i comics raggiunsero una grande popolarità e diffusione, soprattutto tra i giovani, che li portò a invadere le edicole nel formato oggi tradizionale dei comic book. I ragazzini americani degli anni della depressione potevano così leggere, per la prima volta, storie divertenti e a basso costo, che trattavano per lo più di mondi del futuro, azione e avventura. Alcuni dei protagonisti di questi albetti, in molti sensi, si qualificarono come gli antenati dei “moderni” supereroi: basti pensare a Tarzan o a Phantom, eccezionali figure in lotta, a loro modo, contro l’ingiustizia.

Ma fu nel 1938, sulle pagine di Action Comics 1, che il fumetto arrivò al suo giro di boa definitivo. Superman, il primo supereroe, fu infatti introdotto da Jerry Siegel e Joe Shuster, per l’influente casa editrice che in seguito sarebbe diventata la DC Comics. L’idea stessa di un uomo con poteri al di sopra delle possibilità umane, che combatte terribili minacce, era rivoluzionaria. Allo stesso tempo, però, incarnava appieno l’ideale americano dell’eroe buono, il campione della giustizia che con la sua forza e volontà riesce a battere qualsiasi avversario. E poi, cosa fondamentale, indossava un costume sgargiante, immediatamente riconoscibile, il suo simbolo e la sua bandiera. Impensabile affrontare un criminale senza di esso. Si era ancora agli inizi e, sull’onda dell’entusiasmo, netta era la distinzione tra buoni e cattivi, bianco e nero. Superman era buono, leale, coraggioso, perfetto: non provava mai paura e non mollava mai. Il pubblico mostrò immediatamente di gradire e il personaggio diventò in breve tempo il più famoso (e venduto) dell’intera industria.

Si era alle porte di una nuova era: l’enorme successo di Superman, che sconfinò anche oltre i confini dei comic book e coinvolse film, cartoni animati e strisce giornaliere, introdusse quella che ancora oggi è considerata la Golden Age dei fumetti. Questo periodo, destinato a durare per almeno un decennio, fu caratterizzato da vendite eccezionali, dall’entusiasmo dei primi cartoonist alle prese con storie nuove e dall’introduzione di decine i supereroi. Tra questi, almeno Batman, Flash, Wonder Woman e Capitan America sarebbero diventati colonne portanti del fumetto d’oltreoceano. Negli stessi anni nascevano figure iconiche come il Capitan Marvel della Fawcett (in seguito acquistato dalla DC Comics) e The Spirit del geniale Will Eisner. La Golden Age vide in generale l’affermarsi del linguaggio e delle situazioni che avrebbero da allora in poi accompagnato i comics per sempre: i colori, il formato, le tematiche, lo stesso modo di scrivere le trame e disegnare le tavole. I supereroi, dal canto loro, avrebbero monopolizzato le vendite di buona parte dei decenni successivi. Fu proprio all’inizio di quest’epoca irripetibile di innovazione ed entusiasmo, qualità e successo commerciale, che nacque la Timely, e con essa il lungo sogno della Marvel Comics.

  Capitolo 1